Olfatto

Una notte di novembre
Non riusciva a stare fermo. E puzzava. Di sudore. D’ansia. Lo stesso fetore di suo padre. 36 anni prima, una notte di novembre. S’immaginò un cane che gli chiedeva di uscire per decenza dalla sala d’aspetto. Se avesse deciso di partecipare al parto, come gli aveva chiesto sua moglie, forse il bebè si sarebbe rifiutato di mettere il naso fuori. Quel fetore lo avrebbe accompagnato per anni; almeno durante tutta l’adolescenza, se gli andava fatta bene. Puzzava di grattacapi. Di aritmie. Di notti insonni. D’incomprensioni. E a sentire i primi strilli al di là della parete, puzzava già di paternità.
Francesco Montori