Le Istituzioni

La biblioteca comunale
Ci sono opinioni personali che un sindaco deve tenere per sé. Pur sapendo che spesso sono anche quelle condivise dalla maggior parte dei suoi concittadini, per etichetta, e per altre ragioni con cui non voglio annoiarvi, è saggio che non le renda pubbliche.
Tuttavia, oggi il mio compito è di un’estrema facilità, perché posso confidarvi, liberamente, quanto io sia orgoglioso di inaugurare l’apertura della nostra seconda biblioteca pubblica.
Sapete che per me è un controsenso usare l’espressione: il prezzo della cultura, perché il biglietto di cui abbiamo bisogno per accedervi è gratuito. Ma, purtroppo, sentiamo sempre più spesso abbinare le due parole prezzo e cultura, o costo e cultura, con un pragmatismo che ricorda più la valigetta di un contabile che l’ormai dimenticato buon senso.
Ma non voglio dilungarmi troppo con queste mie personali considerazioni; oggi sarebbe troppo semplice condividerle con voi. Potrei essere tacciato di poco coraggio e convenienza; due tratti umani sui quali è già stato scritto qualche buon libro.
Sono convinto che chi entra in una biblioteca, sia completamente nudo, sentendosi, tuttavia, la persona più protetta al mondo. Il senso del pudore cambia quando siamo circondati dai libri. Non puoi sentirti più escluso appena intuisci che ogni storia parla anche di te. Il tuo ego ne viene spogliato, e per coprirlo e scaldarlo con nuovi abiti, capisci in fretta che l’unico rimedio è leggere di più.
La nuova biblioteca Italo Calvino sarà aperta a tutti quei viaggiatori che di giorno o di notte, – o almeno fino alle otto di sera, dal martedì alla domenica – d’estate o d’inverno, vogliano sedersi a un tavolo per leggere, scrivere o studiare. Marina, la direttrice cui sto per passare la parola, mi ha assicurato due cose. La prima è che il riscaldamento funziona benissimo, e che le grosse finestre promettono un po’ di refrigerio nei mesi più caldi. La seconda, invece, è che chiunque potrà trovare degli autori validissimi sugli scaffali di questa biblioteca; persone che nel corso della loro vita hanno deciso di denudarsi, per chiederci di non dimenticare cosa sia la letteratura: un buon affare per tutti, perché ne ricaviamo vicinanza e similitudine.
Francesco Montori